Una biciclettata in Martesana

Per il nostro appuntamento settimanale pubblichiamo il racconto scritto dalla nostra dolcissima socia e amica Laura Marzi .
Era una splendida giornata di sole, a Milano, una di quelle belle giornate con un cielo “così bello quando è bello”, che ti faceva sentire sereno con te stesso e con il mondo intero.
Paolo decise così di prendere la sua bicicletta e fare un giro sulla Martesana. Quante volte, quando era bambino, i suoi genitori lo avevano portato in bicicletta, la domenica pomeriggio, lungo quella strada, per una gita.martesana
A Paolo, in quelle domeniche, sembrava di fare il giro del mondo, talmente tanti e diversi erano i paesaggi che poteva ammirare e gli odori che poteva assaporare.
Partito da via Melchiorre Gioia, dalla “Cassina de Pomm” incominciò a pedalare, cercando di trovare nel paesaggio che lo circondava uno scorcio caratteristico da immortalare con una fotografia
Non è difficile trovarne uno, lungo la ciclopedonale che, passando per il Quartiere Adriano, porta fino a Trezzo sull’Adda; 36 km in cui si possono ammirare case di ringhiera, tipiche della vecchia Milano, e sterminati prati verdi. Sembra di vivere in un altro mondo ed in un’altra epoca.
Non era un professionista della fotografia, ma era un’arte che lo affascinava molto.
Ed eccola lì, finalmente, l’ispirazione. Entrando in un cortile di quelle case di ringhiera, il nostro Paolo immortala una scena così “normale”, ma allo stesso tempo straordinaria. Quattro donne, sedute in cortile, che chiacchierano animatamente, mentre lavorano a maglia.
In una città così frenetica, dove ogni secondo non deve essere sprecato, per fatturare al meglio, quella scena regalava un momento di pace e di tranquillità.
“Fantastica”, pensò Paolo. Le foto al naturale sono le migliori…le persone esprimono il meglio di sé, la propria personalità ed il proprio vissuto. Libere da qualsiasi pregiudizio.
La bouganville che si arrampica sul muro della casa faceva da sfondo ad un “quadro” già perfetto.
A volte pensiamo di trovare la bellezza solo in posti esotici, dall’altra parte del mondo, e non ci accorgiamo di quanto bello e perfetto sia il luogo in cui viviamo.
In quel momento il nostro protagonista si sentì come la “tartaruga” di Bruno Lauzi, che ha trovato la felicità solo dopo essersi rotta i denti per la troppa velocità, ed aver imparato ad andare più lentamente.
Grazie a quella fotografia, Paolo non solo si portò a casa una bellissima immagine, che incorniciò nel suo salotto, ma anche un’esperienza di vita.
Da quel giorno incominciò a viaggiare, con la sua bicicletta, esplorando la sua città natale, Milano.
Aveva dimenticato quanto fosse bella, e quanto si potesse apprezzare a pieno, solo andando piano.