Scritto dall’amica Paola Barzaghi, un’insegnante coi fiocchi
Sabato…ore 21.15 “Maestra, va bene se stampo le schede, o le devo fare sul quaderno?”
Domenica…ore 10.20 “Maestra: le musiche che hai mandato erano bellissime!!! Io le ho ballate tutte!”
…Chi avrebbe mai pensato di conversare coi miei alunni con piacere a tutte le ore, tutti i giorni della settimana? Ebbene sì, con la didattica a distanza, detta DAD, è così.
Alcuni la chiamano “didattica di vicinanza” e a me questa definizione piace molto, perché da subito, dalla chiusura della scuola avvenuta quell’ormai lontano lunedì 24 febbraio, il mio primo pensiero è stato: “ma adesso, come li raggiungo i miei bambini? Come faccio loro sapere che ci sono ancora, che li penso, che mi preoccupo di loro e mi faccio carico del loro imparare?”
Sono fortunata: lavoro in una classe terza.
Per fortuna coi miei alunni il rapporto è consolidato: mi conoscono bene, io conosco loro e hanno maturato una capacità di lettura e di scrittura più che sufficiente per procedere con queste modalità, oltre ad una certa autonomia che a 9 anni possiamo dire acquisita.
Fosse stata una classe prima…sarebbe stato tutto più complicato!
Ho da subito cercato di capire con quale modalità riprendere il nostro rapporto così bruscamente interrotto…Da subito con WhatsApp…Per fortuna la nostra rappresentante di classe è una persona splendida, empatica, efficiente ed è stata lei il mio primo “ponte” coi bambini…
Poi, però, si è capito che non sarebbe stata la chiusura di una settimana, neanche di due!…
A quel punto, prima ho diffuso la mia mail personale con la quale ho scritto una lettera di vicinanza inviata a tutti i bambini e attraverso la quale per circa una settimana ho inviato e ricevuto compiti, spiegazioni, ma anche le loro foto, i loro pensieri in quei giorni di lockdown così severo…
Poi, confrontandomi con le colleghe, ho conosciuto Classroom che offre modalità di confronto con l’intero gruppo classe e con ogni singolo alunno veramente ottimali.
Anche i bambini in difficoltà per carenza di dispositivi sono stati contattati quotidianamente al telefono e, con le risorse della scuola, è stato possibile poi fornire anche a loro dei tablet con cui lavorare.
Devo dire che, nell’emergenza sanitaria che purtroppo abbiamo dovuto e stiamo ancora affrontando, ho conservato la relazione coi bambini: abbiamo fatto anche dei “cartelloni virtuali”, raccogliendo in un unico lavoro i prodotti dei singoli, condiviso le nostre foto nelle occasioni di festa e lavorato in brain-storming!
Abbiamo lavorato tanto in arte, in musica anche grazie al contributo di artisti di vari ambiti che in questo periodo hanno condiviso generosamente in internet degli spunti di lavoro davvero interessanti e motivanti!
La settimana scorsa mi sono sentita di dover ringraziare i genitori dei miei alunni, perché senza il loro aiuto la DAD non sarebbe stata possibile!
Fortunatamente, nella sfortuna, in seguito all’emergenza Covid la maggior parte di loro era a casa in smart working e hanno potuto affiancarli, soprattutto nella fase iniziale…Ormai sono esperti!
Da circa un mese abbiamo introdotto le video lezioni, la prima l’ho intitolata “torniamo a guardarci negli occhi”…Io entro nelle loro case e loro entrano nella mia!
Certo: non è come la scuola in presenza con profumo di mandarini condivisi per merenda e corpi accaldati per le corse in giardino durante l’intervallo, questo ai bambini mancherà, ma purtroppo la salvaguardia della salute ha imposto modalità di lavoro diverse e secondo me…ce l’abbiamo fatta!