Cose buone

Scritto da Mattia Vurchio (alunno della Scuola Secondaria di Primo grado Trevisani-Scaetta, classe 2A)

Buongiorno a tutti, sono un ragazzo di 13 anni di Milano. È da più di un mese che sono chiuso in casa.
Milano non la riconosco più: fino a poco tempo fa sentivo le urla degli altri ragazzi che giocavano e le macchine che la attraversavano. Tutto normale. Poi lo stop, il contagio, il silenzio.
Ed è avvenuto un cambiamento imprevisto, forse l’unica cosa buona del coronavirus: non piove quasi più, l’aria è fresca come quella di montagna in primavera. I meteorologi e la Nasa dicono che il biossido di azoto è diminuito del 21%, perché tutte i mezzi di spostamento come macchine e treni ed aerei ecc., si sono fermati.
Milano me la ricordo trafficata, inquinata e allegra, adesso sembra che il tempo si sia fermato e nulla di umano o metallico si possa muovere. Se vado giù nel cortile del condominio per correre un po’ e fare qualche palleggio e incontro il figlio del mio vicino, non ci posso giocare o stringergli la mano: lo devo salutare da lontano come se ci fosse un muro invisibile, perché potremmo attaccarci a vicenda il virus. Se guardo attraverso le ringhiere del cancello come se fossi un carcerato, vedo poche persone tutte tristi e con la mascherina: sperano che rispettando le regole potranno rivedere presto i nipoti o le madri o i nonni…Sarà bello riabbracciarsi!

Cose buone racconti - Associazione ViviAdriano