Esco o non esco? Questo è il problema

Scritto dalla nostra cara amica Cristina Casanova

Non vedo la mia amica da prima del Lockdown. Abitiamo relativamente vicine, qualche fermata d’autobus, ma lavoriamo a un centinaio di metri di distanza. Passava davanti al mio ufficio tutti i giorni. Ogni tanto mangiavamo un boccone insieme in pausa pranzo. L’ultima volta è stato a novembre, in occasione del suo compleanno. Poi gli affanni pre e post festività, le scadenze lavorative, la fretta, le corse, gli orari che non coincidono. E alla fine il lockdown, che ha messo fine a tutti i propositi di incontro. Isolamento. Distanziamento sociale. Mascherine. Il tempo si è fermato per due mesi. Smart working, cassa integrazione, ferie forzate. Il tempo si misura in prima del Covid e dopo il Covid. La mia amica lavora da casa, da marzo. Non so quando tornerà in ufficio. Io sono tra i fortunati. Il Codice Ateco della mia attività è tra quelli che non si sono fermati. Ho lavorato part time, a turni, protetta, ma sempre dall’ufficio. Tutti i giorni.
Qualche giorno fa mi ha chiamata, la mia amica. Mi ha chiesto una storia. Io le ho detto che non avevo storie da raccontare. Non riesco a leggere, come tanti. Non riesco a scrivere. Dopo il periodo iniziale in cui tutta la città era deserta, congelata in un fermo immagine da apocalisse, in cui ho lavorato più rilassata, senza l’assillo dei telefoni, dei clienti impazienti, del fiato sul collo, ho ripreso a ritmi assurdi.

• Ieri sono tornata a casa alle 18:30 e alle 19:00 iniziavo una call. Ho lavorato dalle 9:00, sempre con la mascherina, senza pausa. Tutta una tirata.
• Ossignur, come hai fatto a resistere?
• Per inerzia. Avrei dovuto fare fino alle 15. Poi una cosa tira l’altra… ho fatto chiusura. Da lunedì lavoro a tempo pieno. Niente ponte.
• Ma se c’è tutta questa gente che ha bisogno delle auto a noleggio vuol dire che c’è in giro tanta gente! Aiuto!

La mia amica non è ancora uscita, se non per una breve passeggiata appena è stato possibile e non se l’è neanche goduta, per via della mascherina.

• C’è il mondo.
• Questa cosa mi preoccupa molto, davvero!
• E al di là del noleggio… l’officina, la carrozzeria, il cambio gomme, il ritiro auto nuove, le riconsegne di contratti superscaduti. C’è gente indisciplinata che non rispetta le disposizioni.
• In generale ci sono troppi incivili… Basterebbe poco…
• Già. Senti questa: ieri arrivo al lavoro alle 9:05. Tre persone dentro. Distanziate, ma tre. Fuori, la fila.
• Dovreste fare per appuntamento, come fanno le banche.
• Lo facciamo, eccome se lo facciamo! L’appuntamento è sacrosanto. Ma ci sono sempre i casi irrecuperabili. Mi si approccia un signore distinto. Affiancandomi, eh, altro che distanziamento! Mi dice, “Lei è Cristina?” E io, “Buongiorno.” Odio quelli che non ti dicono neanche BUONGIORNO. Ma dico! L’educazione?
• Non me ne parlare! Rispondo anche io come te quando mi capita.
• Mi segue letteralmente dentro, incurante della fila, ed esordisce: “L’aspettavo. Devo ritirare la macchina nuova.” Come a dire: le sembra l’ora d’arrivare?
• Non l’hai mandato a quel paese?
• Io so che il primo appuntamento è alle 10:30 e respiro. Gli dico: “Sia gentile, aspetti fuori, che può entrare una persona alla volta e come vede siamo già troppi.” Guardo apposta l’orologio per fargli capire il messaggio (immaginavo fosse il primo cliente). Non mi fa neanche fare il giro del bancone per mettere giù la borsa. Gli chiedo il nome. Lui tira giù la mascherina e risponde fiero, alitando sul divisorio in plexiglas affinché io senta bene: “Sono Tizio.” Prendo la scheda del cliente delle 10:30, e controllo. Guardo il signor Tizio negli occhi, lo invito a posizionare bene la mascherina. Lui ignora il mio invito e aggiunge: “Sono un po’ in anticipo, ma almeno facciamo prima. No?” Beh, l’appuntamento lo aveva alle 11:30, con l’opzione che se non ce l’avesse fatta mi avrebbe avvisata telefonicamente per ritirare la macchina nel pomeriggio, ma non prima delle 14:30 e che se avesse tardato lo avrei aspettato. Da questo trai le conclusioni.
• Uno che in tempi di Covid, con i casini vari, il distanziamento, la folla fuori gli annessi e connessi si permette di fare così? Io non esco più! Te lo dico!

La mia amica non è ancora uscita, dicevo. Ogni tanto una passeggiata lungo la Martesana, al tramonto. Fotografa tramonti stupendi. Ma questo lo faceva anche prima.

Esco o non esco, questo è il problema racconti - Associazione ViviAdriano