Il Giro D’Italia

Oggi leggiamo insieme un racconto che avevamo nel cassetto. L’autrice, la nostra cara amica Donata che da poco meno di un mese ci ha lasciato, lo aveva regalato a noi ViviAdrianini dicendo “Tenetelo di scorta, pubblicatelo quando volete , ma se non serve non mi offendo !”
Di racconti ce ne ha regalati tanti; quello sulle cornacchie a Milano, che abbiamo pubblicato qui sulla nostra pagina il 6 maggio 2020 (lo aveva scritto di getto accogliendo subito la richiesta della nostra socia Sabrina “ Donata, scrivi qualcosa anche tu, che ne dici ?”) è inserito anche nel nostro libro di racconti “Novelle dal Lockdown(dal quartiere Adriano e oltre…)” .
Donata era molto contenta di questa iniziativa; eravamo d’accordo che le avremmo portato una copia direttamente a casa sua, non vedevamo l’ora anche noi di vedere il suo mitico balcone …
 
E dunque, mille volte grazie, Donata, per la tua forza, la tua determinazione, la tua voglia di essere sempre presente e soprattutto per il coraggio con cui ti buttavi a capofitto nelle tante attivita’ che ti appassionavano. Un grande esempio di tenacia e di perseveranza. Ci manchi...
(foto di Andrea Cherchi)
Nel 1896 viene fondato un giornale a tutt'oggi popolarissimo, la “Gazzetta dello sport”, che a partire dal 1909 organizza il Giro d’Italia, gara ciclistica a tappe che per importanza nel mondo è seconda solo al Tour de France, partito nel 1903. La Gazzetta è stampata su carta di colore rosa (gli appassionati la chiamano "la rosea") ed è per questo che la maglia del primo in classifica è "la maglia rosa".
Il primo giro parte non lontano da noi, in quel piazzale Loreto che i ciclisti hanno attraversato nell'ultima tappa del giro 2020; allora si chiamava Rondò di Loreto e i ciclisti partirono da lì alle 5 di mattina del 13 maggio per poter arrivare a Bologna, dopo 397 km, prima che facesse buio. Allora la classifica era fatta in base all'ordine d'arrivo di ogni tappa, e non come oggi in base ai tempi. Vincitore risultò così Luigi Ganna, un muratore di Induno Olona, mentre arrivò secondo Carlo Galetti che, con il regolamento di oggi, sarebbe stato il vincitore. Ganna, intervistato dal direttore della Gazzetta Armando Cougnet, alla domanda su come si sentisse rispose in dialetto: “me brüsa el cü” Forse non è necessaria una traduzione.
Curiosa la coincidenza del cognome di Luigi con quello di Filippo Ganna, vincitore dell'ultima tappa del giro 2020, e campione del mondo di ciclismo nella specialità a cronometro. Induno Olona è in provincia di Varese e nella stessa provincia, in una valle che si chiama Valganna, c'è un paese che si chiama Ganna. Forse da qui provenivano gli antenati di entrambi i ciclisti? Filippo vive in effetti sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, che ha l'altra sponda in Lombardia e proprio in provincia di Varese.