Scritto da una nostra cara socia che, timida e riservata quale è, ci ha chiesto di restare anonima
Mio padre, classe 1939, nella sua vita non è mai stato capace di stare con le mani in mano, e anche adesso, ai cosiddetti tempi del Coronavirus, non si smentisce.
Ogni mattina, dopo aver fatto colazione e aver chiacchierato al telefono con figlia e nipote (“Come state? Tutto bene? Non uscite senza mascherina, mi raccomando!”) si dedica al SUO telaio e, con tanta pazienza, crea meravigliosi centrini dai tanti allegri colori.
Questa passione per il telaio risale a tanti anni fa, quando da ragazzino rimaneva ad osservare per ore una sua cugina (della quale forse era anche segretamente innamorato) che si dedicava sapientemente a questa “arte”.
Ebbene, sì, l’ammetto: amo mio padre, amo queste sue mani grinzose che hanno vissuto una storia e che anche in questi giorni trovano un modo bello per trascorrere il tempo serenamente.
E anche se ho la casa già piena di suoi centrini (tutti bellissimi!) non vedo l’ora di andare a prendere anche questi creati nei giorni del confinamento.