Meneghino e Cecca – 25 febbraio 2023

L’autrice del racconto carnevalesco di oggi è la nostra socia Sabrina che, come da sua stessa ammissione, ama molto le feste
Grazie, Sabrina!
Oggi a Milano si festeggia il sabato grasso! Che bello vedere i bambini in maschera!
Tra poco i piccoli all’oratorio della Parrocchia Gesu’ a Nazaret e anche in altri luoghi della citta’ si divertiranno tra coriandoli e stelle filanti.
Poiche’ io, pur essendo rimasta piccola di statura, non faro’ parte dei piccoli di cui sopra, mi accontento di navigare sul web cercando le storie che riguardano il Carnevale .
Ho trovato quella della maschera di Milano (sicuramente molti viviadrianini, soprattutto quelli “diversamente giovani” la conosceranno gia’ ) e ve la voglio raccontare.
Tutte le città che si rispettino hanno le loro maschere di carnevale, quella della nostra Milano è Meneghino, che è una maschera della Commedia dell’Arte nata in Italia nel XVI secolo
A onor del vero, pero’, la prima maschera di Milano fu un’altra, e precisamente “Beltrame da Gaggiano”, “Beltramm de Gaggian” in dialetto.
Gaggiano è un paese della bassa milanese. Questa fu la prima maschera milanese, ed era anche conosciuta come “Beltramm de la Gippa”, dove per Gippa s’intende una casacca molto ampia che solitamente indossava. È personaggio astuto, furbo, che però non ha voglia di fare nulla.
La maschera di Meneghino fu introdotta in teatro dal commediografo Carlo Maria Maggi; scrittore milanese la cui produzione comprende oltre alle commedie anche le poesie. Il nome Meneghino, in dialetto Meneghin, vuol dire Domenico.
Aveva le scarpe color marrone con grosse fibbie centrali; le calze a righe bianche e rosse salgono , le braghe di colore verde; la camicia è di un giallino e parzialmente coperta da un panciotto, tuttavia un'altra versione vuole che la camicia sia con pizzo e che intorno al collo vi fosse un ampio fazzoletto bianco.
Sopra portava una lunga giacca di color marrone, e, posato sopra una parrucca con codino, un cappello a forma di tricorno. In una mano tiene un ombrello di color rosa.
In epoca più tarda gli è stata affiancata una figura femminile come moglie, chiamata “Cecca”, diminutivo di Francesca; il suo abbigliamento si compone di calze azzurre, un grembiule bianco sopra una sottana color granata a pallini bianchi, un corsetto di velluto nero con bianchi pizzi e bottoni d’oro.
Sulle spalle porta uno scialle di tulle e in testa la cresta pieghettata alla brianzola, praticamente una specie di Lucia dei Promessi Sposi
Chissa’ se tra le mascherine che vedremo in giro oggi ci saranno anche tanti da Meneghin e Cecca! Sono aperte le scommesse !