Scarpe antinfortunistiche GUCCI?

Oggi torna a scriverci il nostro instancabile Maurizio che ci regala un altro dei suoi bellissimi racconti polizieschi
Grazie, Maurizio!
Buona lettura a tutti !
L’ispettore Lasto era in servizio al Commissariato quando dall’ufficio denunce gli segnalarono una situazione strana: il liquidatore di una società stava presentando una querela per la sottrazione di beni della società e l’occultamento dei libri contabili contro Romeo Statici, l’amministratore delegato dell’azienda.
Lasto iniziò a leggere il materiale allegato alla querela: il liquidatore evidenziava come, a seguito di un contrasto tra i soci, ne era stata decisa la messa in stato di liquidazione ma uno dei soci, nominato amministratore delegato ai tempi in cui regnava l’accordo, opponeva una serie di eccezioni e non consegnava i registri che erano stati spostati prima nella nuova sede e poi nascosti. La società si occupava di importazione di elettrodomestici e prodotti tecnologici e della loro manutenzione.
Subito Lasto, con l’aiuto degli agenti Uscaro e Cillerio, due ottimi elementi che aveva faticato a tenere nella propria squadra perché richiesti da altri. I primi accertamenti confermarono quanto denunciato dal liquidatore, venne quindi richiesto al Pubblico Ministero un decreto di perquisizione per la nuova sede della società e per l’abitazione dell’amministratore delegato.
Per la perquisizione ottennero la presenza di un esperto della Polizia Postale ma la perquisizione stava andando male, non vennero trovati i libri contabili così come vennero trovate le apparecchiature rubate. Ma alla fine, sotto la ruota di scorta dell’autovettura della moglie dell’amministratore delegato, fu trovato un pc portatile.
La creazione di una copia forense impegnò l’agente della postale per qualche ora, ma l’analisi del materiale non fu semplice né breve, non per password (erano di una banalità sconfortante) neppure per i sistemi di protezione no, il problema fu la quantità di documenti salvati. L’amministratore delegato aveva salvato sul proprio pc migliaia di sessioni di chat con decine di persone. La squadra si divise il compito di analizzare i dati e il risultato fu incredibile: Romeo Statici aveva avuto molta fantasia e aveva sottratto il possibile e anche l’impossibile alla società.
Aveva iniziato facendo prelevare una serie di elettrodomestici da una ditta amica che li ha rivenduti, Per l’occasione si era fatto aiutare da un dipendente al quale aveva regalato un televisore e un frigorifero, poi aveva continuato con altri elettrodomestici destinati a sé stesso e ai dipendenti che lo aiutavano ad operare fuori dall’orario di lavoro.
Aveva anche aperto una nuova società che operava in concorrenza con l’azienda della quale era amministratore. Dalla nuova società aveva emesso lettere di assunzione per i dipendenti che lo stavano agevolando. Per avvantaggiare la nuova società aveva fatto creare una società di call center in Polonia alla moglie. A questa società aveva fornito un elenco di clienti delle società gestite dai suoi soci: gli operatori avevano una serie di domande da effettuare ai clienti verso i quali erano stati effettuati lavori di manutenzione, le domande dovevano evidenziare eventuali inefficienze da presentare ai produttori perché togliessero l’appalto agli ex soci. Ma non si era fermato qua, aveva fatto emettere una fattura per un importo rilevante, con l’indicazione “analisi della soddisfazione dei clienti”, in pratica aveva operato con sottrazione di dati, concorrenza sleale, facendo pagare le spese per tali reati alle parti lese.
Non contento di rubare, o di far rubare oggetti, decise di consegnare i pannelli solari per la sua villa al mare. I pannelli sono stati formalmente consegnati alla sorella, che aveva assunto nella società, e il pagamento era stato dilazionato in 5 anni. Statici aveva alzato lo stipendio della sorella di una cifra nettamente superiore alla rata concordata in modo che la donna potesse ricevere una somma mensile oltre quanto già accordatele ma soprattutto sarebbe cresciuta la quota accantonata per il trattamento di fine rapporto e la pensione ma i pannelli solari li avrebbero pagati i soci. Tra le tante incongruenze vi era una voce: benefit per i dipendenti, due accessi annuali per una palestra, la stessa dove Uscaro si andava ad allenare. Alla squadra bastò un controllo per scoprire che i due ingressi venivano utilizzati solo da Statici e dalla giovane moglie e che l’abbonamento era “full”, sauna, massaggi, lettini solari oltre, ovviamente, alle macchine e all’assistenza degli istruttori, Uscaro sbottò “mortacci loro, io faccio fatica a permettermi le macchine e per permettermi la sauna devo accettare gli orari più assurdi”.
Ma il capitolo più incredibile e impudente della vicenda fu il matrimonio: sotto le voci “rapporti con fornitori e clienti, benefit del personale” venne trovato quasi ogni aspetto del matrimonio: il pranzo con un paio di centinaia di invitati in un castello trasformato in location di lusso con la presenza di un intrattenitore divenuto famoso con le sue presenze in televisione, il noleggio di una Ferrari bianca. Sotto la voce pubblicità vennero registrate le bottiglie di vino utilizzate al pranzo e donate a tutti gli invitati: le etichette però erano state personalizzate e riportavano, in piccolo, il logo dell’azienda e in grande il volto degli sposi con lo sfondo del castello. Una fattura di uno studio fotografico del centro di Milano aveva come oggetto “realizzazione di un servizio fotografico pubblicitario” Subito Cillerio verificò presso lo studio che il servizio pubblicitario era in realtà la realizzazione dell’album fotografico per il matrimonio. Rientrato in ufficio dopo avere verbalizzato le dichiarazioni del fotografo e sequestrato i negativi commentò: “Questi sono pacchiani come pochi ma hanno trovato il modo di farsi pagare da altri il matrimonio di lusso”.
Tra le tante voci assurde e che dimostravano le ruberie la cosa che impressionò gli operatori della polizia giudiziaria fu l’acquisto, per svariate migliaia di euro, di una serie di scarpe antinfortunistica marca Gucci, in questo caso il sarcasmo fu del Pubblico Ministero il quale al processo commentò: “Si tratta di una scelta logica, sui cantieri gli operai usano prevalentemente scarpe Gucci!”.
Lasto si domandò perchè Statici avesse salvato tutto quel materiale compromettente e la risposta fu semplice: era un bugiardo, per sostenere le sue sottrazioni era stato costretto a mentire con tutti, anche in modo differente per ciascuno, quindi aveva la necessità di ricontrollare cosa aveva scritto e anche promesso a qualcuno.