A, la mia lettera preferita

Scritto dalla nostra amica Antonella Zanca

A come Antonella, A come Affori, e ora anche A come Adriano.
Adriano come un ragazzo di tanti anni fa, maldestro, esagerato, esuberante e possessivo. Ma erano tanti anni fa.
Oggi penso, e ripenso. Pare che questo essere in casa, costante di ogni giorno, ci lasci l’unica fuga possibile nei pensieri. E dai pensieri ai ricordi il passo è breve, come il sospiro che cerchiamo di non far sentire a chi ci vive al fianco, non sia mai che si preoccupi.
Adriano, oggi, non lo penso più. È un quartiere che non ho mai visto e sogno di vedere. Sono persone che ho intravisto (ah, la meraviglia delle video- conferenze o come volete chiamarle) e mi hanno fatto sognare. Non ricordo i nomi, ma ho ancora addosso le idee legate a una coppia che progettava un viaggio in moto.
Adriano è un quartiere dove la gente non ha smesso di frequentarsi. E ospitare altra gente, che anche se viene da Affori è ben accolta.
Adriano è un sogno, il mio sogno di evasione.
Adriano è un appuntamento che mi fa battere il cuore, presagio di un pezzo del mio futuro, che fuori di qua, passa di là, proprio dal quartiere Adriano.

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