Crescenzago … Come Passa Il Tempo… – 20 maggio 2023

Ed ecco oggi il nostro amico Danilo Legnazzi che ancora una volta ci regala un ricco racconto pieno di bellissimi ricordi.
Grazie, Danilo, sei davvero mitico!
Buona lettura a tutti !
Ora non appena i piccini riescono a stare sulle loro gambe, ricevono quasi subito il triciclo poi la biciclettina, poi quella più grande, ecc. ecc. Non che nei primi anni ‘60 non ci fossero, ma è solo che non tutti potevano permettersele, quindi gli oggetti e i vestiti si facevano passare tra fratelli e sorelle fino a quando non erano consumati, oppure chi non aveva la bici usava quella da adulto infilando le gambe tra il triangolo del telaio, per raggiungere comunque i pedali, e visto che tandem in giro non ce n'erano, salvo quello di Ivano e William, ragazzi più grandi, chi poteva trasportava sulla canna un eventuale passeggero e se la bici era da donna, lo si metteva seduto sul manubrio in senso inverso alla marcia con i piedi sulla doppia canna fatta apposta così per permettere alle donne di salire e scendere con più facilità ed è per questo che la maggior parte dei postini recapitava le lettere con questo mezzo più comodo per i vari saliscendi quotidiani. A proposito di spostamenti, di quelli col tram sulla via Padova in esercizio fino al maggio del 1960 non ho ricordi precisi, ma dell'Autobus G 1 (attuale 56) che partiva dal capolinea di via Berra e arrivava in Largo Augusto e poi limitata a Porta Venezia, sì, mi ricordo benissimo: il rumoroso motore Diesel posto davanti al centro e con la guida ancora sul lato destro, come i camion militari, e i tre posti a sedere posti longitudinalmente in posizione delle due ruote gemelle posteriori che facevano sobbalzare esageratamente chi si sedeva e in fondo la postazione del bigliettaio.
Quando andavo alle scuole professionali nel triennio 1969/70/71 all'istituto Cesare Correnti, vicino alla Fiera e al Velodromo Vigorelli, dove solo 4 anni prima si erano esibiti i Beatles, prendevo o la D (attuale 53) più il tram linea 33 oppure al ritorno la MM 1 a Lotto + la G1 da Loreto fino a casa, ed era qui il bello, sì, perché all'inizio di via Padova e fino al ponte della Ferrovia la strada non era asfaltata bensì lastricata e i binari del tram erano ancora presenti, quindi, partiva il concerto : l'automezzo era già rumoroso di suo, poi sballottati dal fondo stradale tutti vetri tremavano e non si riusciva a conversare con nessuno, quando poi si passava il ponte e sul fondo asfaltato smettevano di vibrare i finestrini e… tornava l'audio…spariva il video, cioè nei mesi invernali, arrivati a quell'altezza, cominciava la nebbia sempre più fitta mano a mano che ci si allontanava dal centro verso la periferia; arrivati a Crescenzago dopo il ponte l'autobus svoltava in via Santa Maria Rossa e posteggiava di fianco alla Banca di via Berra pronto a ricominciare il tragitto; verso la Chiesa si fermava invece la linea B che andava a Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo dopo aver superato il ponte sul naviglio, mentre la linea D che dalla stazione Centrale passava da Lambrate e poi faceva lo stesso percorso della 53 si fermava in Via Meucci lato destro verso la Farmacia, con quel pezzettino di via riservato al transito e sosta mezzi Atm. Quante volte adesso mi capita di vedere passare le vetture vuote o semi vuote di sera e penso a quei poveri operai della Magneti Marelli ( sita dove c'è adesso l’Esselunga di via Adriano) che uscivano stanchi dal turno che terminava alle ore 22 e a piedi raggiungevano lì sul ponte i servizi Atm e qualcuno che veniva da fuori Milano andava fino alla via Giulietti per prendere il Tram o La Metropolitana: prima niente bus, adesso che non ci sono più mega ditte e lavoratori in zona di autobus ne passano 3: la 53, la 56 e la 86.
Da piccoli come già vi ho detto, tutta la vita girava attorno al ponte e quindi di muoversi o andare altrove non ce n’era bisogno o motivo, in fondo alla via Giulietti si andava solo per andare alla scuola media di Via Narni o qualche volta d'estate al Parco Lambro.
La fine di via Padova verso via Idro poi, era zona off limits, idem la Palazzetta dove c'era anche la Cabina Elettrica che credo alimentasse le linee dei tram , lì la via padova si ritrovò divisa aldilà del Palmanova costruito nel dopo guerra, anche la frazione Cascina Gobba al di là del fiume Lambro faceva vita autonoma a sé stante, ed infine oggi con l'acquedotto posto al civico 400 fa sì che la via Padova dal piazzale Loreto all'angolo con via Olgettina con i suoi 4 Chilometri risulti tra le vie più lunghe di Milano e credo sia anche la via cittadina con il rapporto più alto numero di abitanti e abitazioni.
Tornando alla nostra Crescenzago tra i suoi abitanti, giravano anche tipi stravaganti come :”Il Marziano” o il “ Paganini “ che girava a raccattare roba vecchia con la carriola e quando qualche ragazzo la rovesciava mentre lui era al bar ,usciva infuriato minacciando di andarlo a dire al Don Luciano ( don Luciano Ruggeri ) sacerdote di Santa Maria Rossa, assistente giovanile e quindi da lui ritenuto responsabile dell'educazione dei giovani di tutto il quartiere, frequentassero o meno la Chiesa o l'oratorio.
Tra l'altro Don Luciano era il punto di riferimento di chi si trovava in difficoltà e cercava un lavoro; lui, infatti, conosceva tutte le attività della zona e si prodigava ad aiutare tutti alla ricerca di un lavoro.
Altro tipo caratteristico era il Piero della Teresot, magro con sempre la goccia al naso, si avvicinava ai ragazzi più grandi spesso sul piazzale della Chiesa e poi con la scusa di chiedere chi avesse celebrato la Santa Messa, attaccava un contatto e poi inesorabilmente chiedeva la sigaretta a qualcuno. Il Paganini invece, era sempre con lo sguardo serio e faceva un po' di apprensione, non so esattamente perchè lo soprannominassero così, forse amava la musica o suonava il violino; mi ricordo che una volta in via Belluno, via che lui percorreva tutti i giorni per rincasare verso il Palmanova, eravamo un gruppo di ragazzini, tra cui anche io stesso, seduti a suonare la chitarra e lui si fermò ad ascoltarci e poi chiese se poteva provare lo strumento ed in effetti con le sue dita piegate dal tempo provò qualche accordo memore di pratiche giovanili che lo avranno appassionato. Questa fu l'unica occasione di incontrarlo calmo e rilassato.
Altri tipi caratterizzavano le varie osterie presenti, oppure erano personaggi appartenenti al passato come il “ Mario tutula” che frequentava la Parrocchia e si dava da fare al bisogno, tipo andare fino a Loreto con il tram e oltre a prelevare nella via Soperga, sede di tutte le case cinematografiche, le pizze della pellicola in programma al cinema San Luigi dell'oratorio; fin dal dopoguerra c'era l'usanza da parte del pubblico presente in sala di incitare l'avvio della proiezione gridando tutti in coro “ Luiis smorsa la lus” cioè : “ Luigi spegni la luce “ che era la frase con cui tempi addietro l'assistente giovanile avvisava l'operatore in cabina di far partire la proiezione, usanza questa arrivata fino alla fine degli anni ‘60 quando anche io ero ammaliato dal fascio di luce proveniente dalla finestrina della cabina, dalla visione su grande schermo delle più svariate storie: Cappa e spada con Zorro & C. Mitologici coi vari Maciste, Ercole, Ursus, avventurosi con Tarzan, comici, prima con Stanlio e Ollio, poi Jerry Lewis e poi il duo Franco e Ciccio, i miei amati Western all'italiana ( Clint Eastwood , Giuliano Gemma e Franco Nero &C.) e poi film di guerra, di fantascienza e serie UFO, spionaggio e Cartoni animati della Warner Bros ecc.ecc .
Mi misi di impegno e, prima con il proiettore marca Prevost con lampada allo xenon da 35 millimetri e poi con il proiettore Fumeo da 16mm fino al 1988, quindi circa per 20 anni, ho vissuto la magia dello spettacolo cinematografico e vi assicuro che l'atmosfera che si vede nel film “ Nuovo Cinema Paradiso” era vera e palpabile anche da noi, l'irruenza e le grida all'arrivo dei ...nostri, le risate alle gag dei comici o dei personaggi dei cartoni animati, prime fra tutti le disavventure del povero Will Coyote, artefice e vittima delle sue stesse macchinazioni per acchiappare Beep-Beep!!!
Le famiglie al completo nelle sere estive all'aperto circondate dal profumo delle piante e nell'intervallo tutti a prendere il gelato, il moscatello ( quello al biscotto) o il cono o il ghiacciolo e poi l'immancabile gassosa bevuta con la stringa di liquerizia che dava quel gusto in più al gusto della bevanda stessa. C'è poco da fare, un conto è vedere un film da soli in casa e tutt'altra cosa è la visione con altro pubblico, ognuno percepisce la situazione vista a suo modo ma tutti poi si ride o piange allo stesso modo ed allo stesso momento e poi il gran finale con l'applauso come fossimo a teatro; peraltro, proprio la perpetua del Don Luciano, la signora Angelina, curava la filodrammatica e durante l'inverno aiutava i ragazzi più grandi a mettere in scena qualche rappresentazione.
Altra gentildonna, che si spendeva per i ragazzini, era la signora Laura Vallortigara, ex insegnante elementare, che ogni domenica mattina attendeva sul piazzale della chiesa i più giovani e, come una chioccia con i suoi pulcini, li accompagnava amorevolmente ad ascoltare la Santa Messa e durante la settimana offriva le sue capacità per fare un po' di doposcuola a chi aveva difficoltà in qualche materia.
La domenica pomeriggio già dalle 13.30 c'era movimento di bambini in attesa che alle 14,00 aprisse l'oratorio e se qualcuno si era portato il pallone, non resisteva alla tentazione di …scaldarsi le gambe tirando due calci lungo la via Berra, via tuttora a fondo cieco e con traffico scarsissimo all'epoca e niente auto parcheggiate, gioco effettuato solo a proprio rischio e pericolo poiché qualche persona anziana non gradiva quegli schiamazzi, una di queste era la nonna di un mio amico che ci segue e che saluto se leggera’ questo io racconto) che si affacciava alla finestra lamentandosi del chiasso e minacciava di chiamare i Carabinieri, il tutto gridato a gran voce ed in dialetto milanese
Dall'abitazione più avanti, quella con i due gradini di accesso a suo tempo prima sede del 'Associazione Reduci e Combattenti”, all'epoca abitata da una famiglia di origini bergamasche, usciva il capofamiglia, che magari stava facendo il riposino post-pranzo e, lamentandosi del disturbo arrecato, minacciava con un coltellino di prelevare il pallone e bucarlo, il tutto stavolta gridato in dialetto bergamasco che noi non capivamo, ma il gesto di bucare il pallone era abbastanza eloquente e per un po' tornava la calma.
Man mano che gli anni passavano anche gli orari di pranzo mutarono e quindi nessuno più arrivava tanto presto, ce la si prendeva con più calma e ci si vedeva più tardi e negli anni ‘70 era diventata un’ abitudine per dei giovani sedersi sul muretto antistante la casa di via Berra 10 ed anche lì qualche volta soprattutto la sere d'estate, i residenti si lamentavano giustamente del caos creato, sia dal vociferare degli astanti che dal via vai di auto, moto e motorini. I convenuti non erano un misero gruppetto, si parla di 30, 40 e anche 50 giovani che lì si ritrovavano quotidianamente; adesso, da adulto, comprendo le motivazioni, ma credetemi, quando mi capita di passare ora di lì e non vedere o incontrare nessuno un po' di tristezza e rimpianto mi viene: adesso dove sono tutti i giovani e i ragazzi ? Magari a casa da soli a trastullarsi col cellulare o il pc, quando prima era un incontrarsi a tu per tu, c'erano così tanti ragazzini che quando si organizzavano tornei a pallone suddivisi per vie, talvolta bisognava dire no a qualcuno o sistemarlo in riserva o imprestarlo a qualche via che scarseggiava di giocatori, certe volte sento dire che adesso fanno a fatica a fare i tornei a 7!!!
Noi non ci annoiavamo mai .
E allora vai coi giochi : calcio, pallacanestro, pallavolo, ping pong, biliardino, altalena, salto della corda, figurine, biglie, fionda per i più grandi e capaci, cerbottana con relativo porta cartucce,-devo ammettere che questo era il mio gioco più scarso, avevo anche io il mio tubo di plastica con cui sparare soffiando i cosiddetti “petrioli.”, gli imbutini di carta a forma di cono-proiettile, peccato però che non sapevo prepararli correttamente, o risultavano troppo piccoli e quindi appena usciti dal tubo cadevano a poca distanza oppure si sfasciavano all'interno dello stesso e tu con le guancia gonfie come un trombettista non riuscivi ad espellere il colpo rischiando di scoppiare- difetto manuale di fabbricazione che mi è rimasto anche più avanti nel tempo quando al servizio militare mi lasciai contagiare dal vizio di fumare e vedendo gli altri commilitoni farsi da sé la sigaretta con le cartine, anche per risparmiare sul costo di quelle già confezionate, volli provare anche io solo che anziché uscire un rotolo più o meno cilindrico, ne usciva un incarto tipo…caramella Golia al centro qualcosa ed ai lati solo carta!!!
Va beh, tanto il vizio del fumo fortunatamente non è durato a lungo e poi c'erano sempre i pacchetti già confezionati da 20 pezzi. La tabaccaia di Via Adriano le vendeva anche sfuse in sacchettini di carta da 5 o 10 pezzi. La vedevo quando andavo a comperare il pacchetto di Sale che allora vendevano solo i tabaccai essendo un genere di monopolio dello Stato ( ricordate la famosa scritta esterna del locale SALE e TABACCHI ?) oppure quando si andava a comperare qualche francobollo per spedire le lettere o gli auguri o qualche cartolina, sperandone anche di riceverne qualcuna, vuoi per il piacere di riceverle e vuoi perchè mi servivano per inserirle con le mollette da bucato sottratte alla mamma nella forcella anteriore della bici e simulare con il loro sbattimento sui raggi il rumore del motore che non c'era.
Per il motorino bisognava aspettare i 14 o i 15 anni, essere promossi, aver messo da parte qualche risparmio e poi, soprattutto, meritarselo. Altrimenti vai con la bici o a piedi a scoprire i confini del tuo quartiere, verso Sesto San Giovanni dove dopo gli chalet di legno del CISO c'era un campo di gioco di calcio usufruibile, oppure, spinti dalla curiosità, si andava fino alla fornace e qualche temerario si spingeva fino all'incrocio con la via Pace dove sulla destra uno stagno divenne famoso perchè nel suo interno si era stabilita una Rana Bue o rana Toro e nelle sere estive anni ‘60 con il suo gracidare, evidentemente forte, aveva attirato l'attenzione dei vicini, della stampa e della TV visto che anche Angelo Lombardi,”l'Amico degli Animali” ne aveva poi parlato nella sua rubrica. Allora c'era un solo canale TV e le trasmissioni iniziavano a pomeriggio inoltrato con la TV dei Ragazzi e al termine c'era il Maestro Alberto Manzi che con la sua trasmissione: “Non è mai troppo tardi” insegnava a leggere e a scrivere correttamente la lingua italiana alle persone adulte analfabete che non avevano potuto frequentarla da bambini e a noi bambini serviva da ripasso. Alla mattina non c'erano trasmissioni salvo il periodo della Fiera Campionaria quando davano in visione una pellicola comica quasi sempre con il grande Toto' o altri attori degli anni ‘50.
Alla sera tutti a letto dopo il :” Carosello”, storielle comico-pubblicitarie per un totale di 4 o 5 spot e poi basta pubblicità, né prima del film né durante nè dopo. Ed anche in tempo di crisi petrolifera, la famosa Austery dei primi anni ‘70 le trasmissioni terminavano al massimo alle 23,00, idem dicasi per cinema, teatri, circo, sale da ballo ecc.ecc. in modo che alla mezzanotte tutti fossero a casa ( come delle Cenerentole) ed il sabato poi era anche l'ultimo giorno di circolazione dei veicoli a motore, la domenica tutti a piedi per risparmiare oppure in bici o coi pattini e qualcuno dai paesi limitrofi recuperava qualche calesse e con il cavallo veniva a fare un giro in città.
Può sembrare strano ai più giovani ma credetemi era così e se ci fate caso ancora oggi su certe strade ad alta densità o su certi cavalcavia ci sono tuttora posizionati certi cartelli stradali segnaletici che avvisano che il transito è vietato ai Carretti porta merci spinti a mano o tricicli porta merci a pedali e ai carri trainati da Cavalli!!!
Quanti di voi negli ultimi 40 anni circa hanno mai visto su vie ad alta densità, qualcuno di questi mezzi in circolazione a Milano ? Carri a mano scomparsi, i tricicli a pedali solo per pubblicità o in centro o qualche Gelataio nostalgico, carrozze con cavalli solo a qualche Matrimonio speciale. Durante il periodo dell'Austerity, nei Cinema, sempre pieni, forse non avendo abbastanza film da prima visione da proiettare, ne proponevano o ne rilanciavano altri già usciti anni prima in cui un attore ora molto famoso aveva partecipato in un ruolo minore. Questa pratica era già utilizzata e giustamente ad esempio con i film per bambini della Disney ogni 7 anni ne riproponeva uno per il periodo di Pasqua e uno a Natale così che tutti potessero prenderne visione visto che per televisione questi, come altri capolavori, non venivano mai trasmessi
Il problema si creava quando però nel proporre la visione di una pellicola sui manifesti si enfatizzava la presenza di un determinato attore o attrice a caratteri cubitali e poi sotto il titolo del film originale scritto in carattere molto più piccolo, così che più di uno spettatore prese a lamentarsi direttamente alla cassa del cinema o scrivendo sui giornali che la cosa creava confusione e fastidio, avendo già visto il film a suo tempo ed avendolo scambiato per uno nuovo!!!
Parlando invece di lavoratori tipici, ricordo i gelatai, anzi i loro sandali bianchi traforati, ve li ricordate? Pedalava sul triciclo, e vestiva rigorosamente pantaloni e maglietta bianca, mentre i panettieri erano in giro a consegnare il pane calzando dei sandali marroni e indossando pantaloncini corti e canottiera, divisa identica per tutte e 4 le stagioni, caldo o freddo che ci fosse.
Bene, c'era un famoso cantante che per un po' ha frequentato la nostra zona, e da qualcuno avvistato anche alla capannina del Parco Lambro e altri in via Padova dove è stato protagonista di un episodio accaduto e raccontato a mio padre da un suo collaboratore, anche lui stampatore di materie plastiche che abitava in gioventù con i suoi fratelli in via Trasimeno ( il signor Giuseppe M. detto Peppino ).
Il fatto : una sera Peppino si era attardato con un gruppo di amici vicino al ponte sul naviglio tra via Ponte nuovo e via Tanaro, era passata la mezzanotte e sotto la scarsa luce offerta dai lampioni di allora la combriccola si intratteneva turbando il sonno di qualcuno, fatto sta che passò di lì una pattuglia di vigilanza, ferma i presenti e li sanziona con una multa per schiamazzi notturni; mentre i giovani si lamentano per come sta per finire in modo sgradevole una serata partita bene in buona compagnia, un auto rallenta, si accosta, ne scende un giovane con ai piedi i famosi sandali da... ..gelataio, ma non è un gelataio, si avvicina al gruppo ed intuendo cosa è successo si offre di pagare lui la multa dicendo forse come è nel suo stile :” Uhè ragazzi dai ,non fate così, non rattristatevi, che ve la pago io la multa, quando si è giovani si sa, si esagera sempre un po' “
E così la multa fu pagata dallo sconosciuto e solo allora, calmati gli spiriti e risolta la situazione, si accorgono e riconoscono che è il giovane Adriano Celentano ad averli aiutati, ringraziano salutano e tutti rincasano felici e contenti…come nelle fiabe!!! Un racconto a lieto fine per avviarci alla conclusione del mio scritto, spero di non avervi annoiato e chi sa che non mi venga in mente altro da condividere con Voi tutti.
A volte mi capita di sentire una frase, una canzone, una notizia o vedere una foto, e come descritto magnificamente nel film a cartoni animati “ Ratatouille” sentirsi come uno dei protagonisti, che dopo aver degustato la minestra della sua infanzia, riassapora tutti i gusti e i piaceri di allora che credeva persi, mentre ora si riaffacciano nella sua mente, sembravano perduti ed invece basta un poco e si rimettono in moto, bastava dare una spinta, una scintilla iniziale e le cose belle e genuine del nostro passato ritornano dai ricordi. In tanti avete espresso commenti favorevoli ai miei scritti, ringrazio tutti e ciascuno di Voi e …Ciao, Ragazzi, Ciao..!!!
Danilo Legnazzi