Indifferenza – 28 gennaio 2023

Oggi leggiamo insieme un testo realizzato dalla nostra cara socia Letizia che, come sempre, ci emoziona con parole che vanno dritte al cuore.
Grazie, Letizia!
Buona lettura a tutti !

Quanto sono orgogliosa di essere milanese! Amo Milano, è la città dove sono nata, dove vivo e che farei davvero fatica lasciare. Milano: la capitale economica dell’Italia, la Milano della moda, la Milano e dei grattacieli, città moderna e cosmopolita…ma la mia bella Milano nasconde un segreto, una macchia indelebile nella sua storia recente. Un segreto celato in uno dei suoi simboli: la stazione centrale. Quella bellissima opera architettonica che accoglie chi arriva e chi parte. Almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo preso il treno, salendo al primo piano della stazione. Eh sì, i binari dove partono i passeggeri sono al piano rialzato rispetto alla strada, perché il piano terra era destinato al trasporto delle merci; infatti, merci e persone dovevano rimanere separati. Questa “particolarità“ fu utile negli anni delle leggi razziali perché consentì alla polizia fascista la deportazione di prigionieri ebrei che venivano portati da San Vittore direttamente alla stazione, al binario 21, quello destinato al trasporto merci. Lì i deportati venivano caricati su vagoni dedicati al trasporto degli animali e partivano per i campi di concentramento, nel segreto della stazione e nella indifferenza di una Milano che si voltava dall’altra parte, in silenzio. Quel silenzio che avvolge ancora oggi il binario 21, diventato il memoriale della Shoah, in cui si accede passando dietro il muro dell’indifferenza, quell’indifferenza che Liliana Segre ricorda con dolore “partimmo dell’indifferenza generale, un silenzio colpevole e indimenticabile“. Liliana Segre è una delle pochissime persone partite dal binario 21 che è sopravvissuta ai campi di sterminio. Il memoriale della Shoah è il solo luogo in Europa, teatro delle deportazioni, rimasto intatto. Rende omaggio alle vittime dello sterminio, è un luogo di memoria e di conoscenza perché come scrisse Primo Levi “se comprendere è impossibile conoscere è necessario“