Oggi leggiamo insieme un racconto nato dalla penna della nostra attivissima socia Letizia
Grazie, Letizia! E’ sempre molto bello e arricchente condividere i ricordi che fanno bene al cuore
Sono una runner e quindi spesso corro in giro per il quartiere. Negli ultimi mesi nel nostro bel quartiere ci sono tanti cantieri aperti e spesso all’interno ci sono grandi o piccole autogrù. Mi fermo spesso a guardarle, ho una passione per questi automezzi pesanti che si usano per spostare cose di grandi dimensioni. Lo so che può sembrare una passione un po’ “stramba“ ma guardare le autogrù gialle mi fa tornare indietro nel tempo alla mia infanzia. Quando ero bambina avevamo un sacco di modellini di autogrù sparsi in giro per casa, questo perché papà lavorava in un’azienda bergamasca che produceva le autogrù. Papa era quello che disegnava le autogrù! All’epoca non esistevano ancora i pc con cui oggi vengono progettati oggi questi automezzi, andavano disegnati a mano. Ricordo che in casa avevamo un tecnigrafo professionale che occupava un’intera parete e io rimanevo ore ed ore a guardare papà che ci disegnava sopra: da un foglio bianco per magia (almeno a me sembrava una magia!) nasceva il disegno di un’autogrù. E da quel disegno in pochi mesi sarebbe nata una bellissima autogrù gialla, un’autogrù come quelle che oggi vedo così spesso mentre corro in quartiere ed io sorrido come una bambina felice!
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