Quegli occhioni verdi

Scritto dal nostro VicePresidente Francesco Marcolongo (1° giugno 2020, nel giorno del primo anniversario dell’inaugurazione della Panchina Rossa del Giardino Franca Rame) 

Questa è la storia di una ragazza speciale, Mimì.
Lavora in un pub, ama le poesie e i ragazzi intelligenti, non troppo muscolosi. In verità i pompati non riesce proprio a mandarli giù, ma in fin dei conti i gusti son gusti.
Sono suo zio Ettore, e adoro parlare di mia nipote.
Purtroppo, i suoi genitori sono sempre via per lavoro e spesso mia moglie Sandra e io ci occupiamo di lei, anche se ormai ha 28 anni e non è più una bambina.
Le voglio un bene dell’anima.
Lì al pub incontra tanta gente, ha tanti amici e un ragazzo, Roberto, conosciuto quattro mesi fa.
Ancora non l’ho incontrato e so poco di lui, mi pare sia un assicuratore.
Mimì è speciale, perché’ ha sempre il sorriso stampato in faccia, ama la vita e i suoi occhi verde scuro hanno una profondità tale da farmi comprendere quanto in realtà sia timida e a volte impaurita, almeno ultimamente. E questo a me non sfugge, perché’ la conosco fin da bambina.
So che qualcosa la turba, ma fatico davvero a capire cosa sia, non riesco ad avvicinarla in questi ultimi mesi
È strano, proprio da quando ha conosciuto Roberto.
Ho cercato più volte il parere di Sandra, che amo alla follia come il primo giorno, ma quando tiro fuori l’argomento si fa scura in volto.
Non so cosa fare.
Decido allora di organizzare un incontro, invitando i suoi amici compreso Roberto per cercare di capire di più. Le scrivo un sms perché’ WhatsApp, lo dico apertamente, non fa per me: “Ciao, Mimì, ti va di vederci tutti insieme con la zia e i tuoi amici alla festa che l’associazione Vivi adriano ha organizzato per inaugurare una panchina rossa nel parco? P.S. porta anche Roberto, ovviamente, così lo conosco!”
All’ sms ho ricevuto la risposta dopo due giorni, ma almeno ha accettato.
Così arrivato il giorno, in mezzo a tantissima gente, ci siamo presentati.
Lei sorriso spento, come immaginavo, gli amici simpatici e poi Roberto che faceva il burlone, ma niente di strano. Sembrava tutto normale, a parte la faticosa diffidenza negli occhi di Mimì.
L’inaugurazione bellissima, la panchina rossa di forte impatto, i canti, le danze, davvero momenti di grande felicità condivisa con gli amici del Quartiere.
Ed è lì che ho capito, durante la lettura da parte di due ragazzi di un testo un po’ forte ma realistico che affrontava il tema della violenza sulle donne, mentre leggeva una certa Letizia, mi sono commosso, ho girato lo sguardo e ho sentito un brivido lungo la schiena.
Mimì piangeva ma non era commossa, era disperata. Quegli occhioni verdi nemmeno si vedevano e defilandosi stava per correre via.
L’ho acchiappata al volo, prima che sparisse di nuovo col suo ragazzo e l’ho abbracciata fortissimo, come non avevo mai fatto prima.
Mimi adesso è libera, grazie a quel numero e grazie a chi ha fatto arrestare Roberto.
È ritornata al suo pub con la sua energia, è tornata alla sua vita, un po’ turbata ma consapevole che non può essere amore, se è malato.

Quegli occhioni verdi 1 racconti - Associazione ViviAdriano
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