E’ ancora il nostro Maurizio che si toglie momentaneamente i panni di Vicepresidente per mettere quelli di scrittore: è suo, infatti, il racconto poliziesco che pubblichiamo con molto piacere
Scendono dalla Puma 13, sono un equipaggio della squadra mobile di Reggio Calabria, sezione Criminalità Organizzata, arrivano qua a Locri dopo una notte infruttuosa passata in appostamento nei boschi vicino al santuario della Prestarona, hanno necessità di una colazione calda. Sono il giovane viceispettore Leonardi, l’anziano assistente capo Trimboli, no l’autista assistente Tricarico non scende dall’auto ha sia la glicemia che la pressione alta. Nel bar sulla piazza di Locri ci sono il proprietario e la sua bella moglie, Leonardi non riesce proprio a distogliere lo sguardo da lei, nonostante il freddo accumulato, il cappuccio caldo alla pasta appena sfornata. Trimboli è di fronte alla porta e si irrigidisce, è entrato Salvatore Maistano, il capo della ‘ndrina di Saline Jonica, accompagnato da un suo nipote che gli fa da autista. Leonardi no, non l’ha visto lui non è riuscito a staccare gli occhi dalla barista, per fortuna. La donna, alle spalle del marito manda un bacio ai due appena entrati.
Leonardi e Trimboli escono e salgono in auto, guardano Tricarico che mostra la pagina dell’agenda con i dati dell’auto con cui sono arrivati Maistano e il nipote. Leonardi racconta del bacio e Trimboli conferma: “Ci sta, Maistano ha la moglie, l’amante ufficiale e il vizio per le donne”. Rientrano in ufficio riferiscono della notte infruttuosa e scrivono una relazione “a futura memoria” di quanto hanno visto al bar.
Passano 7 mesi e il GIP di Reggio Calabria emette un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa e traffico di stupefacenti a carico di Maistano più 21 altri componenti della ‘ndrina ma Maistano non viene trovato, forse non dormiva a casa oppure ha usato un tunnel per scappare verso la montagna.
E’ il momento di recuperare quella relazione. Leonardi e la sua squadra iniziano ad “attenzionare” la barista, analizzano i tabulati del cellulare, le spese con la carta di credito e scoprono che ha fissato un volo Reggio Calabria – Milano per la settimana successiva, ufficialmente per una visita medica ma il sospetto è che intenda raggiungere l’amante che, essendo latitante, non contatta certo né la moglie né l’amante ufficiale.
Leonardi parte il giorno precedente per Milano e prende contatto con la SCO meneghina per organizzare il servizio a Linate e il pedinamento. Da Reggio Calabria Trimboli conferma che la donna è partita ed è in “tiro”, altro che visita medica è certo che andrà dall’amante.
Agli arrivi di Linate, Leonardi riconosce l’autista di Maistano, ci siamo andranno dal boss. Quando la donna incontra l’autista scatta un bacio appassionato e tutti restano di sale, l’adrenalina cala, si è trattato di un errore. Inizia il pedinamento ma l’autista fa una serie di manovre elusive, gira due volte attorno a una rotonda, rallenta molto a un paio di verdi e passa col rosso, l’adrenalina risale a picco, quella è l’amante dell’autista ma stanno davvero andando dal latitante. Arrivano in zona Ticinese, altra serie di sensi unici elusivi poi parcheggiano e a piedi rifanno un paio di centinaia di metri ed entrano in una palazzina anonima.
I colleghi di Milano trovano un contatto nel palazzo che riferisce che nell’appartamento viene, saltuariamente l’autista, un paio di volta è stato raggiunto dalla donna mai visto nessun altro. Ma come tutto questo lavoro per un pied a terre? Ma il comportamento dell’uomo non è quello dell’amante, è quello di chi deve nascondersi e allora via, autorizzazione dal PM e la notte si monta una microspia con GPS sulla macchina dell’uomo. Due giorni dopo esce da casa, passa da deposito di materiali edili, esce con una borsa pesante, percorre qualche chilometro di tangenziale e all’autogrill consegna la borsa a due uomini. I pedinatori mollano l’uomo, ci penserà il GPS a rintracciarlo, e seguono la macchina con la borsa. Entra in città, allora la macchina viene fatta fermare da una volante: nella borsa 7 chili di cocaina. Bisogna insistere.
Altri quaranta giorni di lavoro: aumentano i cellulari intercettati, le macchina con GPS e microspie, vedono altre consegne che vengono ignorate, dal campanile di una chiesa vedono dove viene prelevato lo stupefacente, poi vedono un incontro con un uomo, dopo alcuni giorni viene identificato: è un latitante capo di una ‘ndrina vicina a Maistano, sono vicini. Una sera si capisce che sta per avvenire un incontro con “lui” nessuno la nomina ma per chi fa le indagini non ci sono dubbi è Maistano. La sera un pedinamento che rischia di fallire più volte li porta ad una casa: che fare? Dubbi, titubanze, e se…. Alla due la decisione: si entra!
Nella casa trovano Maistano con altre sette persone, quattro sono latitanti, tutti sono associati alla ‘ndrangheta e ci sono oltre 350.000 euro, diverse pistole un fucile a canne mozze, una mitraglietta H&K ma non è ancora finita la mattina mentre si stanno completando i verbali, tre squadre vanno al deposito e sorpresa, sottoterra vi sono tre bidoni con 50 chili di cocaina e un bidone con ancora una ventina di chili. Festa! Leonardi torna a Reggio e pensa che tutto è iniziato per un errore, un errore di successo, ne capitassero ancora di errori come questo.