Il treno della metropolitana correva nel sottosuolo meneghino veloce, come solo noi milanesi sappiamo bene. Me lo ricordo perfettamente: eravamo in viaggio dalla periferia verso il centro. Linea 1, la rossa.
Invece, non ricordo da dove venissimo e dove fossimo diretti, ma certamente era inverno. C'era gente con i cappotti. Addirittura, vicino a noi una signora con la pelliccia e le borse della spesa. I vagoni non molto affollati.
Ai quei tempi non c'era la climatizzazione: i finestrini aperti lasciavano spazio allo sferragliare del treno sui binari, tanto da quasi non sentirsi. Il viaggio, a tratti, era relativamente poco confortevole per le orecchie.
Lei, minuta, era comodamente seduta sui vecchi sedili che forse erano un po' più bassi di quelli di adesso. Io, relativamente alto, stavo in piedi, ben attaccato al corrimano che scendeva dal soffitto. Ridevamo e scherzavamo, da buoni amici.
Lei però non capiva tutto quello che le dicevo, per via del rumore della metropolitana. E allora mi sono abbassato verso di lei, sino ad inginocchiarmi.
E allora, mi è venuta una idea. Bellissima. Era l'occasione giusta per farlo. Forse unica. Lei ha capito al volo e, col sorriso negli occhi, mi ha suggerito di non farlo al mio "quasi, quasi...".
Insomma, lo ricordo come se fosse ieri! Alla fermata di Porta Venezia della linea rossa di Milano, in un giorno freddo a metà degli anni 90 mi sono dichiarato.
Le ho chiesto di sposarmi. Prendendole la mano.
La signora seduta a fianco a lei non osava credere ai suoi occhi: passava da me a lei, da lei a me, velocemente e continuamente. E alla fine si è fermata su di lei, incoraggiandola con lo sguardo a rispondermi. Affermativamente.
Lei ha preso tempo, ha cominciato a ridere, rossa in volto. Non ha risposto. Imbarazzata, ma contenta e divertita dalla situazione.
Ma lei ha retto il gioco: entrambi sapevamo che era solo uno scherzo tra amici, per noi molto bello.
Oggi, a distanza di così tanti anni, ci ridiamo ancora su.
Perché è stato divertente. E' stato folle. E' stato unico.
Ma soprattutto: è stato premonitore.