Oggi torna a scrivere il nostro caro amico Danilo Legnazzi o meglio, come lui stesso ama definirsi, l’ex ragazzo della via Gherini.
Grazie, Danilo! E’ davvero sempre un grande piacere leggere le tue parole
Buona lettura a tutti !
Come cominciavano le favole antiche anche il nostro racconto inizia con la frase “C'era una volta “… e se tante cose sono scomparse, materialmente o fisicamente, altre sono rimaste come gli edifici ma senz'altro in tante persone è rimasto l'orgoglio, il piacere e l'interesse di sapere cos'è o come era il nostro quartiere, composto di tanti luoghi o ricordi che iniziano proprio con la lettera C di Crescenzago.
C come …Corsi d'acqua, naviglio e fossati che irrigavano i campi a marcita presenti sul territorio agricolo
C come…Ciclabile e ciclisti, che percorrono l'attuale pista ,ex alzaia, che fiancheggiando il Naviglio Martesana permetteva il transito dei cavalli necessari al traino dei barconi in risalita verso il fiume Adda, fino a quando con l'avvento dei motori a scoppio, non si trovò il modo di ancorare una catena sul fondo e agganciarsi alla stessa per svolgere il viaggio di ritorno ed oggi infine pedalando e scoprendo così bellezze naturali e tanti angoli suggestivi oltre alle Ville in via Amalfi.
C come …Chiese come la parrocchiale di Santa Maria Rossa, del 1140 o San Mamete eretta in fondo alla via omonima ed ex via Lazzaretto dovuta al fatto che durante la peste i malati venivano allontanati dalla città e grazie al naviglio giungevano fino qui isolati da tutti...Tradizione vuole che quella esistente fosse solo la Sacrestia di un ben più grande edificio da costruire in ringraziamento allo scampato pericolo, ma evidentemente una volta terminata l'epidemia e l'emergenza, anche la volontà di portare a termine il tutto terminò! La chiesetta dei Re Magi a Corte Regina vicino a via Palmanova-Bottego e la più recente Gesù a Nazaret nel nuovo quartiere Adriano ,che al suono delle Campane chiamano a raccolta i fedeli e di rimando ci ricordano le Chiamate intese come Vocazioni, delle oltre 50 persone di Crescenzago che hanno deciso di porsi a servizio del Signore e del prossimo come Preti o Suore.
C come …Cascine : verso l'attuale parco Lambro all'angolo di via Giulietti ce ne è ancora una in piedi o verso la Gobba o verso Sesto addirittura scoprendo la frazione” bosco “ in fondo alla via San Mamete e anche dall' angolo di via Emo verso il parco Lambro, c'era un bosco minore detto : “ El Buschet”
C come …Cimitero quasi certamente presso la chiesa come era usanza, poi spostato verso il naviglio, di cui resta una nicchia proprio sulla pista ciclabile a ricordo, dietro la corte dell'America un'altra zona presumibile era in via Padova tra la via Meli e via Ponte nuovo ed infine l'ultimo della Via Del Ricordo che ha ricevuto le salme dei nostri cari defunti fino al 1964
C come …Corti, Cortili e Contrade che delimitavano il paese, e i Ca' de ringhera,che davano alloggio a chi alla ricerca di un lavoro sicuro si portava verso qualcuna delle tante ditte e fabbriche che c'erano qui, dapprima dai paesi limitrofi e poi man mano dalle altre città d'Italia.
C come … Canti di osterie che situate possibilmente agli angoli delle vie accoglievano gli operai che durante la settimana venivano a lavorare in zona (solo alla Magneti Marelli qualche migliaio…) e che al sabato o alla domenica ospitavano chi veniva a fare una gita fuori porta verso la Riviera di Crescenzago o chi in tempi più recenti affogava in un bicchiere di vino i suoi problemi ,tra una partita a carte o una gara di bocce e verso sera con la gola ben lubrificata con qualche canto corale...!!!
C come …Cinema ,il più antico quello posto in via Padova, allora via Milano, che si chiamava Eliseo, poi diventato Moderno con annesso cortile adibito ad Arena Estiva e poi demolito per far spazio al nuovo Cinema Aramis sul finire anni ‘60 . Sempre sulla via Padova verso l'acquedotto sorgeva il più recente Zodiaco e, ultima apertura, la sala del nuovo cinema Alexander sulla via Palmanova. Ultima perché la più distante e frequentata da nuvole di zanzare, tanto da essere soprannominata Il Zanzarino era l' Arena Estiva Parco Lambro di via Orbetello, oggi autofficina, ma passandoci davanti l'occhio esperto e nostalgico di un ex operatore cinematografico da cabina come lo scrivente non può non notare ancora il locale di cabina di proiezione sopraelevato ed il muro di cinta -schermo tuttora esistenti (ne consegue che una delle mie pellicole preferite sia: Nuovo Cinema Paradiso)
A questi si aggiungevano per ogni zona i cinema parrocchiali ed il nostro più antico era il Cine teatro arena estiva San Luigi sito in via Berra nell'oratorio, che per l'appunto negli anni ’40 e ‘50 permetteva, oltre alla visione dei film, anche alle filodrammatiche di presentare le loro opere teatrali sul palcoscenico e poi negli anni ‘60 anche la visione all'aperto dei film in estate e anche qualche concorso canoro come “ Il Microfono è vostro” (ultima edizione 1968)
Fino a quell'anno la serata del lunedì la sala ospitava i giovani studenti dell'Istituto CISO di via Adriano per una visione del film in programma a loro riservata. Quando poi dalle prime baracche-chalet per alloggio, aule e scuola officina (allora gli operai metalmeccanici erano molto richiesti dalle tante e grandi ditte della vicina Sesto San Giovanni ) si passò in un nuovo edificio in muratura dotato di sala cinema, venne meno l'esigenza per loro di venire fino in paese per vedere un film, perché ancora si usava dire così da parte dei vecchi crescenzaghesi sparsi verso il confine con Sesto, quando per compere o commissioni venivano verso il ponte di piazza Costantino, inoltre non dimentichiamoci che quel tratto di via Adriano dopo l'incrocio di via Brambilla era sprovvisto di marciapiedi, c'era solo un camminamento in terra battuta a bordo strada e una fioca illuminazione stradale ,che mi fa venire alla mente che nelle giornate invernali con la nebbia per giocare tra noi ragazzi a nascondersi bastava allontanarsi di qualche metro dai compagni e si spariva dalla loro vista avvolti nella coltre bianca celati ai loro occhi senza alcun bisogno di trovare riparo alcuno. Anche la scuola elementare di via Brambilla ,dove oggi sorge la Casa della Carità, spariva dalla vista nella nebbia, e purtroppo c'era comunque e ci aspettava per le lezioni, volenti o nolenti, lezioni che iniziavano il 1°Ottobre giorno di San Remigio da cui il nomignolo Remigini agli scolari.
C come …Corpo Musicale di Crescenzago, che proprio lì sul ponte di Via Adriano nella piazza Costantino, dove una volta era sede del Comune di Crescenzago dal 1897, raccoglie persone volenterose e capaci nel campo musicale, disposte a mettersi in gioco per accompagnare, onorare, rallegrare i vari momenti in cui sono chiamati a presenziare. Non posso non ricordare le domeniche in cui la Banda celebrava qualche anniversario e dopo l'esecuzione in Chiesa, sul ponte e poi dinanzi al Cimitero di via Del Ricordo si dirigeva verso la sede in via Bellazzi angolo via Meucci del Circolo Combattenti e Reduci memoria storica degli avvenimenti bellici; la presenza di fabbriche e della vicina ferrovia attirava l'attenzione dei militari e proprio nella vicina Gorla un errore di valutazione ha causato la morte di tanti bambini all'interno della scuola elementare. Così come va ricordato l'intervento di Don Enrico Bigatti, sacerdote di origini Crescenzaghesi postosi di persona sul ponte del naviglio nei giorni della Liberazione supplicava e pregava affinché i partigiani lì attestati, consentissero il passaggio di convogli tedeschi in ritirata senza spargimento di sangue ed in ricordo di questo successivamente compose il testo musicato dal Maestro Danilo Dusi, da tutti conosciuto come :” La Madunina del Punt “ il cui affresco ispiratore è dipinto sulla parete lato naviglio dell'edificio all'angolo di via Meucci.
C come … Circolo Cerizza di via Meucci con annesso gioco delle bocce ed il più piccolo Circolino San Giuseppe presso la parrocchiale. Tutti luoghi di aggregazione dove le persone si ritrovavano per stare appunto insieme nei vari momenti proposti, ma il giorno in cui tutti, ma proprio tutti, parenti, amici conoscenti e tutte le famiglie con i cognomi storici di Crescenzago ,venivano in ”PAESE” era la terza Domenica di Quaresima. Quando in occasione dell'Ufficio Funebre in ricordo di tutti i defunti, si dedicava un po' di tempo ad una visita al camposanto di Via Del Ricordo, alla chiesa addobbata di nero per l'occasione e con un catafalco a simboleggiare tutti i defunti e poi…. tutti in via Padova verso le giostre e le bancarelle che già dal ponte sul naviglio con i venditori di Castagne in filoni come collane e quelli di dolciumi vari… Frittelle, la Manna, lo zucchero filato invogliavano all'acquisto rilasciando fragranze da far venire l'acquolina in bocca... poi nello spazio dove si svolge attualmente il mercato feriale del mercoledi, si girava tra le giostre, le gabbie, i dischi volanti, il muro della morte, l'autoscontro, il tiro a segno, fenomeni da baraccone e l'immancabile calcinculo o giostra a Catene ed in quello stesso spiazzo si attestava a volte il tendone del Circo.
C come …Canzoni e Cantanti, musiche da ascoltare un tempo con il grammofono o alla radio o col giradischi a 16/33/45/78 giri, o dal vivo in qualcuna delle 4 “Balere” di Crescenzago : ELBiet / L'Aresi /Scimian e l'Impavida. Oppure in tempi più recenti dagli altoparlanti del Jukebox di qualche bar-latteria, punto di ritrovo dei ragazzi più grandi e che ai miei occhi da bambino apparivano un po’ come l'equivalente dei locali americani del telefilm :” Happy Days” che negli anni ‘70 era in TV
C come …Celentano: si poteva aver l'occasione di incontrare di persona proprio sulla via Padova, il grande Adriano che tra la fine degli anni ‘50 e primi anni ‘60 aveva parecchie conoscenze in zona Ponte Nuovo e non era raro incontrarlo sul tram prima della grande popolarità e poi dopo i primi successi con la sua macchina o a cavallo della sua moto quando noi ragazzini in bicicletta e i più fortunati con i primi motorini da Cross ci divertivamo a salire su e giù nell'ex cava di via Del Ricordo angolo via De’ Notaris da tutti conosciuta come la Buca e a volte il nostro mondo si fermava al passaggio sulla via del Ricordo di questa maxi moto azzurra e ricca di cromature guidata proprio da Lui. Da vicino l'avrei poi rivisto sul finire degli anni ‘70 quando, in occasione delle riprese del film “Mani di Velluto” alcune scene furono girate tra la casa di via Idro e la trattoria Novelli antistante ed io ed altri cari amici facemmo da comparse. Quando poi la casa discografica Poligram aprì in via Benadir una sua sede, anche alcuni cantanti della sua scuderia passarono di qua. Tra i tanti, Orietta Berti, I Delirium e i Nuovi Angeli.
C come …Convogli: il tram, che percorreva fino al 1960 su tutta la via Padova, proseguendo poi dopo la Cascina Gobba o verso Concorezzo o verso Cassano d'Adda, le prime linee automobilistiche con la G1 (attuale 56) G2 ( tra gobba -piazza Loreto via palmanova) e la D poi 53
C come …Ciclisti, come dimenticare l'Ottusi di via Padova al servizio di chi (o per passione o per necessità visto che l'auto o la moto non erano alla portata economica di tutti ) era obbligato a raggiungere il suo posto di lavoro in bici con qualsiasi tempo in ogni stagione, ed erano così tanti che più di una mamma dalla finestra si raccomandava ai suoi figlioli di stare attenti nell'attraversare la via Padova nelle ore di punta, proprio per non scontrarsi con una con una delle tantissime bici in transito. Calcio giocato ad esempio presso : A.C Virtus nel campo di via Belluno negli anni ‘50 .
C come …Costruttori o ditte varie che qui avevano avuto sede, ecco alcuni esempi : ing. Forlanini ed il suo Dirigibile, La Sadital di via Gherini e le sue carni in scatola, il Wander di via Meucci con il suo Formitrol medicinale e, soprattutto, la gustosa Ovomaltina !!! In via Meucci sappiate che prima di essere asfaltata aveva il fondo in terra battuta che si presentava dopo un acquazzone in modo abbastanza fangoso e quindi appiccicoso , tanto da esser soprannominata “via Paltucci” e questo fatto di essere ancora in zona campestre giustificava la presenza dei ferri a U capovolti presenti fuori delle vecchie porte di ingresso delle case e su cui le persone pulivano le scarpe dal fango accumulatosi prima di accedere alle loro abitazioni. Il cioccolato della Ivlas di via Della Salle, le confezioni alimentari di gustosi insaccati Camberi di via Perticari, La grande Magneti Marelli di via Adriano, quella con più dipendenti che arrivavano in bicicletta anche dai paesi limitrofi e non solo, i bellissimi mosaici della ditta Fantini di via Meucci della quale trovate un esempio anche in corso Vittorio Emanuele zona Galleria . La filanda del Cavalier Mangili sempre in via Meucci ( quello che inventò poi i coriandoli ) e L'Asilo infantile di via Padova da Lui ed altri benefattori patrocinato e nato per venire incontro alle esigenze delle donne e madri impiegate presso la sua ditta ed offerto poi al servizio di tutti. Nel 1923 vennero chiamate in aiuto alla gestione le Suore di Santa Marta offrendo la propria opera
La fornace di mattoni e tutte le ditte della vicina SestoSan Giovanni e le miriadi di ditte minori o artigiani o commercianti che qui svolgevano la loro attività. Poi a cavallo degli anni ‘50/ e ‘60 si aggiunsero ditte come la Rol Oil in via De Notaris i costruttori di casalinghi ed articoli in plastica ,Giovenzana (Gio style) in via Cascia e Gigante in via Adriano e casalinghi come i piccoli elettrodomestici della ditta de F.lli Costa in via Meucci non voglio far torto a nessuno ricordandone solo qualcuno, ma citando il nome o soprannome visualizzare nella nostra memoria come era variegato il nostro quartiere seppur piccolo ma ricco di tanti personaggi caratteristici e come era bello sentirli chiamare in dialetto:
EL RENATO PIATEE della via Gherini ultimo ambulante col carretto e cavallo EL BONO trottoria angolo via Gherini -Adriano dal ROMEO e L'OSTERIE DI TRE' CA' in fondo via Padova, L'USTERIA DEL'UMBRA in fondo via San Mamete con giardino e gioco bocce, EL GIULI d'inguri, veniva da Vimodrone con carrettino trainato da un pony pezzato, carico di angurie. EL GHIA, ortolano di via Padova EL CIAPANIENT, mercante di via Adriano EL LATTEE, ELMERCANTUN ambulante della Brianza, EL FARMACISTA, EL GIORNALAT, EL DRUGHEE, ,EL PRESTINEE, EL TABACHE', EL SCIUR DUTUR, L'URTULAN, EL RUTAMATT, EL FURMAGIATT ( che spussa) EL TRICICLI DI DETERSIV, quel che vusava ”Candiggina , kop , Ava, lavpigiama ? ?”O almeno questo era quello che capivo io, tutti prodotti altamente pericolosi venduti liberamente sfusi, come si usava allora e portati diligentemente a casa dalle casalinghe dentro le borse della spesa, cioè o dentro una vecchia borsa di pelle a quadri neri e marroni (forse un po' per far da “pandant “con le mattonelle esagonali di quei colori con cui erano fatti quasi tutti pavimenti delle case di ringhiera) o dentro a una borsa più moderna a rete con due manici grandi rotondi, usati poi per attaccarla sul ferro tra la porta d'ingresso sul ballatoio e quella a vetri del locale ...assieme all'ombrello!! Via Meucci, via Gherini, via Adriano, via San Mamete, quante Case di ringhiera di 3 o 4 o anche 5 piani tutte ovviamente senza ascensore coi servizi igienici in fondo alla ringhiera ed spesso uno anche in cortile con la porta di legno abbellita dai fori aeratori a forma di semi come le carte da gioco, quadri-cuori-picche-fiori, tutti giorni su e giù per recarsi al lavoro o a scuola o a far spesa ed alla sera bei riposati dopo 8 o più ore di lavoro talvolta 6 giorni su sette si rientrava affrontando l'ultima fatica del salire le scale e se qualcuno era fortunato ad avere la bicicletta per circolare, dopo la bella pedalata per rincasare se la doveva caricare in spalla e portarsela fino in casa onde evitare furti e se abitava in fondo al corridoio dal lato dove non c'era il cesso la legava per sicurezza alla ringhiera, tutto per non subire il furto del bene più prezioso per recarsi al lavoro. Vi ricordate il film di De Sica “Ladri di biciclette”?
In via San Mamete poi sembrava di entrare in un altro mondo, dopo l'iniziale strettoia tuttora esistente la via si allargava come oggi, ma senza le vetture posteggiate e senza il traffico odierno sembrava ancora più larga e visto che terminava nei prati dopo la frazione Bosco non era utilizzata da nessuno che non avesse interessi locali e se qualcuno si voleva avventurare oltre seguendo la striscia lasciata dai carri agricoli sbucava alle spalle della cascina Molino Tuono di Cascina Gatti.
Passava di lì fino a metà degli anni ‘60 il carro della Centrale del latte a prelevare quello munto nelle ultime stalle esistenti e questo era il solo rumore che si sentiva altrimenti era quiete e silenzio senza traffico e se capitava di passare in via Trasimeno sotto i tralicci della corrente non era raro sentire una specie di…zzz. il ronzio, forse, del passaggio della corrente. I prati aperti e i mille fiori rallegravano la vista per chi voleva avventurarsi fino alla fine della strada là dove sorgeva e c'è ancora una piccola cappella votiva con la statua della Madonna. Al ritorno ci si poteva fermare alla latteria dia via San Mamete dalla “Emma” dove assaporare un buon gelato artigianale fatto dalla macchina in bella vista ,rigorosamente tutte le latterie avevano questo apparecchio color nocciola chiaro marca Carpigiani ed era uno spettacolo assistere alla mantecatura, i gusti si limitavano però quasi sempre solo a due : Fiordilatte e Cioccolato, non come adesso che ce ne sono per tutti i gusti.
Tornando al tema venditori ambulanti, termino ricordando come ultimo ma non per importanza ma solo perché con lui è scomparso l'ultimo ambulante che circolava in quartiere : EL PIPPO era il signor Giuseppe, di Pioltello credo, che vestito da reduce coloniale con in testa l'apposito cappello invitava i presenti o gli assenti, visto che tante volte non c’era nessuno intorno al suo furgone, a non accalcarsi ma di venire avanti UNO ALLA VOLTA PER CARITA', ad acquistare i suoi indumenti da lavoro e non ,alternando i suoi comunicati commerciali, a saluti rivolti ai passanti, alle signore sui balconi o alla finestra o fingendo di esser stato rapinato dei pantaloni invitava i presenti a bloccare il fantomatico ladro, benvoluto da tutti, salutava tutti e di tante persone si ricordava il nome; quando anni fa l'ho incontrato per l'ultima volta ad una festa con tante bancarelle per le vie di Segrate, si è un poco commosso quando l'ho salutato e con la voce non più possente come un tempo mi disse che lui dei giorni trascorsi a Crescenzago aveva un bellissimo ricordo e che quei posti e quelle persone lì incontrate e conosciute se le sarebbe portate per sempre nel suo cuore.
Credo che questa affermazione colga in pieno l'obbiettivo: viva Crescenzago, viva la sua storia, il suo passato, le sue case, ma soprattutto viva chi, con le persone, tra le persone e perle persone continua ad amare questo posto, frequentandolo, studiandolo e facendolo conoscere anche ai nuovi arrivati.
Viviamo il presente, speriamo nel futuro ma non dimentichiamo le cose belle del passato, senza nostalgia ma riscoprendo il piacere di ritrovarsi e passare qualche momento insieme in un modo semplice, bello ,genuino e sincero come le cose fatte in casa come una volta.... ma... senza Coloranti e .. senza … Conservanti !!!
Un Saluto a tutti dall'ex ragazzo della via Gherini
Danilo Legnazzi