E’ della nostra simpatica e sempre sorridente socia Silvina il racconto che pubblichiamo in questo secondo sabato di maggio
Grazie, Silvina, per queste tue bellissime parole che , davvero come scrivi tu, ci riempiono il cuore
Buona lettura a tutti !
Una domenica mattina grigia e piovosa, sono seduta a tagliare le punte ai fagiolini.
Penso e ripenso ad una serie di abitudini che ormai sono entrate a far parte della mia vita; non riesco a capire bene come l’abbiano fatto o magari sì: questo divagare mi porta a tanti ricordi della mia infanzia…
A “Don Manuel “ un piccolo, magro e anziano uomo che passava con il suo carrettino a vendere la verdura appena raccolta nel suo orto; adesso diremmo a km zero.
Mia mamma comprava la verdura e tanti fagiolini bianchi che a noi in famiglia piacevano tanto; certo poi toccava a me l’arduo compito di tagliare le punte a questa verdura pregiata.
Anche adesso non mi piace buttare il pane raffermo e quindi una volta secco e duro, diventa pane grattugiato per fare le buonissime cotolette impanate di cui i miei figli e mio marito sono golosi.
Questa “sana abitudine del riciclo” mi fa pensare a mia madre che appendeva al sole tanti sacchetti con il pane vecchio che poi toccava a me grattugiare manualmente. Meno male che adesso è arrivata la tecnologia!
Fin da piccola ho imparato a fare la pasta frolla, i biscotti e le torte.
Di solito il sabato pomeriggio ci mettevano a cucinarle insieme; in questo caso il premio era “pulire con il dito “ i residui della crema della torta che a me piaceva tanto.
Invece il piacere di giocare a carte, adesso a burraco ( quando ero piccola era “la canasta” ) viene dalle mie prozie, sette sorelle e un fratello, che adoravano giocare fino a tarda serata e che a mano a mano lo insegnavano alle pronipoti di tutte le età.
Veramente è molto strana la nostra mente che, appena si ferma o meglio inizia a pensare, trasforma certi costumi e abitudini in ricordi vivi e dolci di persone, momenti ed emozioni che ci riempiono il cuore in questi giorni monotoni.