La lettera di vettura e’ al contrario

Leggiamo insieme oggi un altro racconto poliziesco del nostro caro socio Maurizio che come sempre ci stupisce con la sua grande abilità di scrittore

Grazie, Maurizio!

Buona lettura a tutti !

Era cambiato il millennio da pochi anni e si era già nell’epoca dell’euro, da allora sono passati una ventina di anni. Alla Polizia Postale di Milano si è presentato il legale di una società di logistica accompagnato dal responsabile della sicurezza aziendale.

Hanno un problema, grosso. Da una loro filiale spariscono pacchi, tanti, almeno un paio alla settimana e questo avviene nonostante le misure di sicurezza, già in linea con la struttura, siano state implementate (telecamere sul perimetro, divieto assoluto di accesso ai mezzi privati all’area di sosta, controlli a campione) ma tutto è stato vano.

Il problema è che non solo i furti sono costanti ma riguardano i pezzi pregiati: pc, televisori, apparecchiature elettroniche, macchine fotografiche, elettrodomestici, tutti apparecchi di un certo valore e anche di ragguardevoli dimensioni (alla denuncia vi era allegata una serie di mail con le società che avevano subito il danno e l’importatore di una importante marca di televisori scriveva sconsolato: “Ma come è stato possibile portarla via? E’ una scatola da un metro cubo”

E già, all’epoca i televisori usavano ancora il tubo catodico!

Il responsabile della sede ci stava perdendo la testa. La squadra che all’epoca si occupava dei reati sulla corrispondenza era guidata dal Sovrintendente Cianfolini, il quale designò l’agente Tosoni a guardare le immagini delle telecamere di sorveglianza. “Fate pure” disse il responsabile della struttura “purtroppo non troverete nulla”. Tosoni era molto giovane e ci teneva a mettersi in mostra e aveva voglia di lavorare, quindi Cianfolini sperava che trovasse qualcosa.

Appena arrivò presso la direzione del gruppo Tosoni chiamò Cianfolini: “Cavolo, sono una ventina di telecamere e mantengono le immagini per cinque giorni. Ci vorrà un po’ di tempo”. Ci vollero più di due giorni poi Tosoni richiamò Cianfolini comunicando trionfante: “L’ho trovato!”.

Cianfolini, accompagnato dal legale e dal responsabile della sicurezza, raggiunse la stanza dove Tosoni attendeva gongolando. “Allora?” chiese Cianfolini e Tosoni mostrò una serie di spezzoni di immagini: si cominciò con la consegna di un pc portatile alla ricezione, poi l’incaricato ne registrò l’ingresso controllando la lettera di vettura che attestava il pagamento del trasporto oltre ai dati di mittente e destinatario, infine posizionò in una stanza dove il pacco rimase per la serata e la notte successive. Il mattino seguente il pacco venne inviato al settore di destinazione fino a quando venne sistemato in un furgone uscendo dalla struttura per la consegna. “E quindi?” chiese con una delusione solo parziale il responsabile della sicurezza, “Anche noi abbiamo tracciato il pacco ma è uscito regolarmente anche se non è stato consegnato”.

Tosoni gongolò ancora di più e si limitò a dire “LA LETTERA DI VETTURA E’ AL CONTRARIO”. Poi tornò al computer dove aveva salvato alcuni singoli frame e mostrò come la scatola del pc portatile in alto aveva il logo e il nome del produttore e sotto vi era la lettera di vettura con il logo della società di spedizione in alto, e in alto rimaneva per una parte del percorso interno fino a quando il logo si trovava in basso. Tosoni aveva già provveduto a zoomare l’immagine: la lettera di vettura era stata sostituita con un diverso mittente e destinatario.

L’arcano era stato compreso! Ora rimaneva solo da identificare l’autore della manomissione.

Su richiesta di Cianfolini il responsabile della struttura fece spedire all’importatore un pacco che, apparentemente, conteneva un pc portatile e fece in modo che venisse lavorato all’interno quando era di turno la stessa squadra di addetti. Bingo! Ancora una volta la lettera di vettura era stata sostituita. Venne convocato l’incaricato alle consegne, il quale vedendo la lettera di vettura chiamò il numero di cellulare del mittente che vi era annotato e si accordò per una consegna a poca distanza dalla struttura. Cianfolini con Tosoni attese al punto di incontro e vide l’addetto alle consegne mentre consegnava il pacco ad un uomo che si diresse alla sua vettura dove venne bloccato e identificato dagli agenti.

La successiva perquisizione nella sua abitazione consentì di trovare alcuni degli oggetti rubati e il pc dell’uomo sul quale vennero rintracciati sei profili di venditori su EBay, tutti specializzati in apparecchiature elettroniche e che avevano venduto molto, incassando le somme su una carta PostePay trovata nel portafogli del dipendente.

Questi decise di confessare tutto: raccontò che una notte, mentre faceva attività di manutenzione, aveva avuto accesso all’armadio dove erano custodite le lettere di vettura in bianco e ne sottrasse un pacco. All’inizio aveva sostituito le lettere di vettura facendosi spedire i prodotti a casa ma, quando vide aumentare la sicurezza nella sede, capì che doveva essere più prudente, quindi acquistò un telefono cellulare di poco costo, una sim e una PostePay non intestate a lui e, tutte le mattine, andava al lavoro portando nel taschino della tuta un paio di lettere di vettura compilate con nomi di fantasia ma con il suo recapito cellulare. La sua attività aveva portato a vendere molto quindi decise di ampliare il numero dei suoi account eBay che, peraltro, avevano tutti dei riscontri estremamente positivi: ovvio lui era un ladro, non un truffatore!